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Testi - La subaquea


L' ARA



L'ARA è composto fondamentalmente da una o più bombole e da un erogatore. La bombola è un contenitore cilindrico, di diverso materiale (acciaio, alluminio) e capacità (5-18 litri), che può contenere aria ad alta pressione (200-250 bar).

E' munito di una rubinetteria per l'apertura e chiusura del flusso d'aria, generalmente a due rubinetti autonomi, per permettere l'attacco di due erogatori (uno principale e uno di emergenza).

La rubinetteria può essere munita di dispositivo di riserva, che entra in funzione bloccando il flusso spontaneo dell'aria al raggiungimento di una pressione interna di circa 50 bar; va disattivata manualmente agendo su un'apposita leva. La riserva, utile a fornire un adeguato preavviso dell'esaurimento dell'aria, va cadendo in disuso soppiantata dal manometro, che dà in ogni momento la condizione di carica della bombola.

In particolari attività soprattutto professionali, dove sia richiesta un'elevata profondità di esercizio, le bombole vengono caricate con miscele gassose diverse dall'aria, per evitare i problemi causati da un'eccessiva pressione parziale dell'ossigeno e dell'azoto. Le miscele generalmente usate sono costituite da elio e ossigeno, elio, ossigeno e azoto, o a base di idrogeno. L'erogatore è un dispositivo necessario a ridurre la pressione del gas contenuto nella bombola al valore ambiente.

Nel 1942 J.-J. Cousteau e É. Gagnan realizzarono il primo erogatore, chiamato monostadio in quanto la riduzione di pressione dal valore interno delle bombole al valore ambiente vi avviene in un'unica fase. Questo tipo di erogatore è stato poi sostituito dall'erogatore bistadio, dove la riduzione di pressione avviene in due tempi.

Nel primo stadio, a diretto contatto con la rubinetteria della bombola, viene ridotta a un valore superiore di 5-10 bar a quella ambiente; al primo stadio è collegato tramite una frusta (tubo gommato resistente ad alta pressione) il secondo stadio, dotato di un boccaglio e di un'uscita di scarico dell'aria espirata, nel quale la pressione è ridotta al valore ambiente. Il primo stadio è dotato di alcune uscite: ad alta pressione, esclusivamente per il manometro (che indica il valore della pressione nella bombola), e a bassa pressione, alle quali si collega la frusta per il giubbetto ad assetto variabile (GAV) ed eventualmente un secondo stadio supplementare).

Nell'immersione con ARA è previsto l'uso di un GAV, utile a mantenere un assetto costante indipendentemente dalla profondità, tramite l'immissione e lo scarico di aria. Può essere a collare o a gilet.

Il primo ha un foro per la testa e viene assicurato con cinghie al torace; in questo caso le bombole sono indossate indipendentemente tramite cinghiaggi. Questo tipo è stato ormai sostituito dal GAV a gilet (jacket), al quale vengono direttamente assicurate le bombole. Le modalità di funzionamento sono le stesse per entrambi i tipi.

Per misurare la profondità raggiunta in immersione viene usato il profondimetro, che mantiene inoltre l'indicazione della profondità massima, fondamentale per calcolare la decompressione; a tale scopo è naturalmente indispensabile anche un orologio subacqueo, munito di ghiera graduata a senso unico per memorizzare il momento iniziale dell'immersione. Esistono in commercio strumenti che riuniscono le due funzioni in un unico quadrante.

Allo scopo di definire i dati necessari all'immersione si è diffuso in tempi recenti l'uso del computer da immersione. Rilevando con esattezza in ogni momento dati quali profondità, tempo, velocità di risalita, permette un calcolo più preciso dei tempi di decompressione. Proprio per questo motivo il suo uso è raccomandato a subacquei già esperti, in quanto la definizione dell'immersione tramite l'uso delle tabelle permette un margine di sicurezza maggiore rispetto a variabili soggettive o contingenti.Esistono inoltre in commercio computer collegati all'ARA tramite un trasmettitore, che registrando anche i dati relativi al ritmo respiratorio forniscono il calcolo dell'aria residua.



 

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