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Testi - La subaquea


L'immersione con autorespiratore ad aria (ARA)
Fisiologia dell'immersione con ARA


I fattori fondamentali che determinano le caratteristiche dell'immersione con ARA sono la profondità e la durata. La variazione di pressione determina in primo luogo, anche in questo caso, la necessità della compensazione, risolvibile comunque in modo più facile, data la disponibilità di aria.

Inoltre, poiché il subacqueo in immersione respira aria a pressione ambiente, fornita dal sistema di erogazione della bombola, all'aumentare della profondità, e dunque della pressione, corrisponde un maggior volume di aria consumata.

Secondo la legge di Henry i componenti del miscuglio gassoso formante l'aria respirata vengono assorbiti dall'organismo in misura proporzionale alle loro pressioni parziali.

L'azoto, presente nell'aria in percentuale considerevole, è inoltre un gas metabolicamente inerte (che non viene cioè in alcun modo utilizzato dall'organismo), e all'aumentare della pressione si scioglie nel sangue e nei tessuti in maniera considerevole.

Il suo assorbimento non è immediato ma graduale, e dipende fondamentalmente dalla sua differenza di pressione nel sangue e nei vari tessuti; può essere rappresentato da una curva esponenziale, che dimostra come l'assorbimento stesso, inizialmente veloce, divenga più lento a mano a mano che ci si avvicina alla saturazione totale. L'eliminazione dell'azoto avviene secondo lo stesso meccanismo, e durante la risalita tende a liberarsi tornando in fase gassosa. Se la diminuzione di pressione non è adeguatamente regolata e graduale, l'azoto può formare una notevole quantità di piccole bolle sia nel sangue che nei tessuti, e queste possono aggregarsi tra loro aumentando di volume fino a causare effetti patologici a carico del sistema nervoso, dell'apparato locomotore, del polmone, della cute o del circolo linfatico (malattia da decompressione o MDD).

Per evitare tali problemi sono state definite modalità di risalita opportune per ogni tipo di immersione, schematizzate nelle cosiddette tabelle di decompressione.

Queste indicano la velocità di risalita da rispettare per la riemersione (10 m/min); i tipi di immersioni per le quali sia consentito riemergere direttamente in superficie (curva di sicurezza); le immersioni per le quali è necessario effettuare delle soste durante la risalita (tappe di decompressione), la profondità e la durata delle soste; le norme per effettuare più immersioni successive.

Elaborate sulla base degli studi di P. Bert e J.-S. Haldane, le tabelle più diffuse sono quelle adottate dalla Marina Militare degli U.S.A. (U.S. NAVY Standard Air Tables) e quelle di A.A. Bühlman.


 

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